sabato 1 marzo 2008

Il grande piano solare


Segnalo che il numero de “Le Scienze” di Marzo illustra in un ampio articolo un ipotetico progetto di una grande centrale solare negli USA, a firma di tre direttori di vari istituti di ricerca statunitensi nel campo dell’Energia Solare.

L’articolo parte da una constatazione: l’energia solare è una risorsa abbondante, diffusa ovunque, Stati Uniti compresi. In particolare, la radiazione totale giornaliera è particolarmente abbondante nella zona Sud-Ovest, dove non mancherebbero le zone adatte agli impianti suddetti. Si tratta infatti, di ampie superfici pressoché abbandonate e per lo più pianeggianti.

Tali condizioni favorevoli permetterebbero lo sfruttamento dell’energia solare, sia fotovoltaica che termica (non escludendo gli impianti termodinamici a concentrazione, ancora sperimentali). Secondo le stime date dall’articolo, essa potrebbe rappresentare una grande fetta (quasi il 70%) delle fonti energetiche del Paese già nel 2050. L’articolo azzarda un’ulteriore ipotesi: l’energia eolica, l’energia da biomasse e geotermica unita al solare potrebbero coprire l’intero fabbisogno di energia elettrica USA nel 2100, il 90% del totale.

L’investimento del piano entro il 2050 sarebbe comunque cospicuo, ma arriverebbe al punto di pareggio [e sarebbe comunque dell’ordine di quello necessario per la realizzazione del prototipo di ITER, nonché dell’esperimento LDX, ndr]. Infatti, il costo di esercizio di una centrale solare sarebbe comunque ridotto a parità di potenza installata di centrali di carbone equivalenti, oltre al risparmio di acqua, combustibile e alla presenza trascurabile di emissioni. Infine, anche l’impatto sul territorio in termine di occupazione della superficie sarebbe minore rispetto a quello dell’equivalente di centrali a carbone, comprensivo delle miniere per l’estrazione dello stesso.

L’aspetto forse meno convincente del progetto è quello relativo allo stoccaggio dell’energia. Per sopperire alla discontinuità giornaliera della generazione di energia solare (maggiore nelle ore centrali e via via minore, fino alle ore notturne corrispondenti ad una generazione nulla), lo stoccaggio dell’energia avverrebbe in caverne utilizzando l’aria compressa come vettore energetico: l’aria sarebbe cioè compressa con accumulo di energia potenziale, poi rilasciata alla decompressione della stessa, con bilancio energetico complessivo ovviamente favorevole al ciclo.

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