giovedì 12 luglio 2007

Restrizioni sul Petrolio (dal "Times")

The world faces an energy squeeze as soaring demand for fuel exceeds the rate of growth in the supply of crude oil, the West’s leading energy forecaster has predicted.


World facing oil ‘supply crunch’ as demand soars, agency warns

sabato 7 luglio 2007

Il Solare termodinamico


L'energia solare termodinamica (propugnata dal Nobel Carlo Rubbia in progetti spagnoli e italiani) è una rivisitazione, a mio parere intelligente e sensata, della concezione tradizionale dei pannelli solari a concentrazione.

Il principio fisico su cui questa tecnologia si basa è elementare (così come è relativamente semplice ed economica la realizzazione): un pannello parabolico concavo è in grado di concentrare i raggi solari che lo investono in un punto, corrispondente al punto geometrico detto "fuoco", concentrandone anche l'energia associata. Tale energia viene trasferita al fluido termovettore contenuto nel "fuoco" (chiamato così dal greco Archimede, narra la leggenda, per l'uso di tali specchi per bruciare le navi nemiche) sotto forma di calore, che può essere così utilizzato, principalmente per azionare delle turbine mosse dal vapore. Quello che distingue i pannelli di Rubbia da quelli tradizionali sta nella maggiore efficienza del fluido termovettore.

Chiaramente, questo sistema non è particolarmente efficiente: vi sono molte trasformazioni energetiche, molte perdite associate e così via. Tuttavia presenta vantaggi non banali: oltre alla già detta semplicità di realizzazione, anche il relativamente basso impiego di materiali per la costruzione dei pannelli, la manutenzione anch'essa semplice e non costosa, per la produzione di una quantità di energia non così bassa per un'area non così elevata.

Presto saranno pubblicati degli approfondimenti a proposito su questo blog.

Immagine tratta da http://archimedes.infm.it

Milano e le bici


Milano, la "capitale morale" italiana di certo non è il luogo migliore per la bici. Eppure, ne avrebbe un gran bisogno: traffico congestionato, inquinamento (è la città più inquinata d'Europa)... . Spostarsi in macchina a Milano (specie in ore diurne) è un incubo e, in molti casi, una vera follia (dal centro a Cernusco sul Naviglio, paese appena fuori città, non è raro impiegare 2 ore in sola andata con l'auto).

Eppure, per questioni squisitamente culturali (la macchina è uno status-symbol, mentre la bici è per fessi?), le bici in questa città hanno vita dura. Un esempio per tutti: a Milano è consuetudine considerare le bici parcheggiate nei cortili come un "danno al decoro" (con conseguente rimozione immediata da parte degli altri condomini), specie se d'epoca, pur non contrastando peraltro con l'art. 51 del Regolamento Edilizio del Comune di Milano, che invece lo permette. Proprio nella stessa città però vige un'altra consuetudine: il parcheggio su marciapiede di ogni sorta di autoveicolo (cosa assolutamente impensabile in città come, ad esempio, Torino, dove la rimozione immediata sarebbe garantita): questo invece è decoro?

Immagine tratta da http://www.ulivoselvatico.org

Elogio della bicicletta


E' inutile negarlo: il mezzo più ecologico è e rimane la bicicletta. L'auto serve per viaggi lunghi (dalla classica uscita fuori porta domenicale ad una vacanza con gli amici), ma per le città sono il mezzo ideale, sia per le distanze da percorrere che per l'ingombro che la bici occupa. Le distanze da percorre in una città non sono mai eccessive (ad esempio, città grandi come Roma e Milano hanno un diametro di circa 10 Km, approssimando per eccesso, da un estremo all'altro), distanza che si può percorrere velocemente ed agevolmente in bicicletta. Per l'ingombro il discorso è scontato: l'auto occupa molto più spazio, sia nei parcheggi (perennemente scarsi) che sulla strada.

La bici inoltre, è l'unico mezzo che unisce in maniera efficace due esigenze: quella di fare attività fisica e quella della mobilità, avendo a disposizione semplicemente il suolo su cui si cammina (i rollerblade, gli skateboard non li considererei dei veri e propri mezzi di trasporto, sono più che altro per divertirsi o fare sport, mentre la canoa o la barca a remi necessitano di corsi d'acqua...non proprio comuni nella Milano di oggi! anche se anticamente esisteva il sistema di canali progettati da Leonardo Da Vinci che la rendeva navigabile).

A differenza di noi (e meglio), molte tra le maggiori e le minori città d'Europa sono veramente a misura di bici, da Lione (Francia) passando per le città olandesi (Amsterdam) e tedesche (Berlino, con le sue "20 chilometri di percorsi ciclabili, 80 chilometri di piste ciclabili nelle strade, 100 chilometri di percorsi combinati ciclisti-pedoni, 70 chilometri di corsie preferenziali per gli autobus aperte anche ai ciclisti e 50 chilometri di piste ciclabili sui marciapiedi", frase tratta dall'interessante post che trovi qui pubblicato da blogeko, e come ulteriore conferma della buona attenzione della Germania verso le problematiche ambientali), mentre da noi (penso a Roma e Milano) c'è ancora molto lavoro da fare. Da un punto di vista prima di tutto culturale, oltre che pratico.

Immagine di bici ad Amsterdam tratta da www.vogliadiviaggiare.info